Attimi di intenso romanticismo

novembre 9, 2008

reaching_the_stars_by_willylorbo5Una notte ero seduto sul divano a guardare la tv con l’amore della mia vita che Dio solo sa quanto la amo.
Lei poggiava la testa sul mio petto, e sotto il calore del plaid ci scambiavamo coccole e carezze in assoluto silenzio.
Ad un certo punto lei si alza e si dirige sospirando  con fare dolce e delicato, quasi timoroso prima verso il tavolo e poi fuori in balcone alzando gli occhi al cielo guardando le stelle.

 

Pensavo: Guarda il mio amore quanto è dolce, chissà a cosa starà pensando, com’è romantica, osserva il cielo tra mille pensieri. Avrei voluto chiederle a cosa stesse pensando, ma odio questo tipo di domande “imbarazzanti”, preferivo rispettare il suo silenzio.

 

Dopo 2 minuti ritorna sul divano, e ricominciammo a farci le coccole al calduccio, e tra una carezza e l’altra…

 

Io – Tutto bene amore?

 

Lei – Si amore… ti amo tanto tanto…

 

Continuammo a guardare la tv coccolandoci, ma dopo 5 minuti lei si rialza in tutta calma e si dirige di nuovo verso il balcone, con le mani in tasca ad osservare il cielo stellato.

 

Pensavo: Che bella che è…il programma in tv in fondo è noioso non so nemmeno di cosa parla, e lei è persa nei suoi dolci pensieri, ma forse c’è qualcosa che la preoccupa…

 

Dopo 2 minuti ritorna sul divano, le faccio qualche carezza sul viso come per volerla tranquillizzare…

 

Io – Amore c’è qualcosa che ti preoccupa? Forse riguardo la nostra storia? Se vuoi ne possiamo parlare…

 

Lei – No Vi, tranquillo, ti amo tanto, anzi… tutto ok, sono tranquilla, ma sono un po’ così…

 

Continuammo a coccolarci in silenzio,ma lei dopo pochi minuti si rialza e si dirige di nuovo pensierosa verso il balcone a guardare le stelle in quella magica notte dal clima surreale.

 

Pensavo: Cosà avrà mai in testa? E’ dolcissima, ma noto un po’ di preoccupazione sul suo volto, forse vorrà dirmi qualcosa di importante, ma non riesce a trovare il momento…ma la nostra storia è ok, va tutto a gonfie vele…non riesco a capire…

 

Dopo diversi minuti ritorna in tutta tranquillità sul divano, si mette comoda e appoggia nuovamente la sua testa sul mio petto. Le accarezzo i capelli,la tranquillizzo e la guardo intensamente negli occhi in silenzio…

 

Io – Bellissima mia cos’hai? Dimmi tutto? Perché non ti va di parlarne un po’? Siamo solo io e te… è successo qualcosa? Sembri preoccupata…

 

Lei – No Vi, nente, stai tranquillo rilassati…

 

Io  – Come niente? Cosa sono questi interminabili silenzi?… Mi vuoi dire qualcosa che ancora non hai il coraggio di dirmi? Sputa il rospo! Cosa ti preoccupa?

 

Lei – No, niente, non mi va di parlarne… lasciami tranquilla e tu stai qui tranquillo che non è successo niente

 

Io – Ma amore perché fai così? Dimmi!

 

Lei – Dai lasciami stare per favore!

 

Io – Ma dimmi! Perché fai la testarda?

 

Lei – Ti prego, continua a guardare la tv…

 

Io – Non riesco così, dimmi cosa c’hai?…

 

Lei – Ma vuoi stare buono e tranquillo una buona volta? Rilassati che ti amo tanto!

 

Io – Amore perché? Dobbiamo dirci tutto!

 

Lei – Che palle che sei… ma stai tranquillo… uffa!

 

Io – Cazzo non la smetto finché non me lo dici!

 

Lei – Ma come rompi! Ma mi lasci stare… che palle!

 

Io – Cosa ti preoccupa? Cosa  sono questi misteri… sputa il rospo cavolo!

 

Lei – Minchia che rompicazzo che sei! STAVO SCORREGGIANDO!!! Ora sei contento?

 

Io – Ah!…si… scusa…

Il giusto corteggiamento

giugno 4, 2008

Quando passo lunghi periodi a meditare nel mio lontano eremo fuori dal mondo e dal tempo, a volte capita che qualche avventuroso e ardito pellegrino venga a farmi visita per consultarmi. Spesso mi chiedono:

– Maestro! qual è la ricetta del giusto corteggiamento?

– Vedi figliuolo, la ricetta che tanto desideri non ha più ragione di essere cercata perchè non esiste.

– Ma come Maestro…?

– Ascolta figliulo, il cammino da intraprendere è nascosto dentro di te, ma prima di cominciare il tuo viaggio devi scoprire l’animale che è in te.

– L’animale che è in me… il mio segno zodiacale?

– Che ca**o dici!, lascia lo zodiaco agli astrologi se vuoi aprire il tuo spirito alla verità.

– Non capisco Maestro…

– Il corteggiatore può essere leone o coccodrillo.

– Continuo a non seguirla Maestro…

– Leone e coccodrillo sono ambedue feroci predatori…

– Non riesco ad afferrare la differenza Maestro…             

– Figliuolo, ma come fai a non vedere, respira profondamente, eleva la tua anima nell’aere! supera la cappa di nebbia che l’avvolge!

– Maestro, il leone caccia sulla terra, il coccodrillo prevalentemente in acqua…

– Quello che dici è vero figliulo, ma sei fuori strada, il luogo non c’entra, quello che importa è il modo in cui essi cacciano.

Il leone, forte, veloce, fiero e vanitoso è convinto di avere a sua disposizione tutto il branco di possibili prede che lo circonda. Punta alla preda migliore, ma raramente dopo la sua affannosa rincorsa nella polvere riesce a raggiungerla con i suoi artigli, spesso afferra una preda a caso non considerata in precedenza.

Il coccodrillo, al contrario, aspetta in acqua vicino alla riva con assoluta discrezione e finto disinteresse. Osserva tutte le possibili prede che si avvicinano per bere, valuta quelle più vicine e alla fine sferrerà il suo attacco sulla migliore col minimo dispendio di energie. Troppa gente oggi considera solo la prima possibilità purtroppo.

– Grazie Maestro… come ho fatto a non vedere per tutto questo tempo? Lei è talmente avanti che se si volta indietro vede il futuro.

Ora va figliulo e porta a tutto il mondo la parola!

 

Esistono Cristiani e Kristiani

Maggio 22, 2008

Eh si… io preferisco di gran lunga i kristiani ai cristiani. Più il tempo scorre e più mi rendo conto che “siamo” un popolo di stucchevoli puritani, non solamente nell’accezione religiosa del termine, ma in senso lato… anzi no: lato x lato x lato = lato al cubo!.

“Tutti” pronti a scandalizzarsi, mettere paletti, puntare subito il dito sugli altri senza assumersi minimamente le proprie responsabilità e ammettere i propri errori, a dire ciò che devi dire e a insegnarti ciò che devi fare con l’ IO che supera le nuvole e arriva fino alle stelle – probabilmente le stelle della costellazione della vergine che magari sotto sotto alla fine è una puttana – tanto per rimanere in tema.

Una cosa è certa, vivere in società comporta rispettare delle regole, ma diffidate dai moralizzatori rompicazzo. Spesso il “moralizzatore tipo” è una persona frustrata che ha speso gran parte della propria vita inseguendo le proprie certezze di cui va fiera.

Il “moralizzatore tipo” prova appagazione e sadico godimento facendoti sentire inferiore.

Il “moralizzatore tipo” è una persona che striscia, un serpente strisciante, e chi striscia di certo non inciampa.

Il “moralizzatore tipo” non pratica nessuna forma d’arte, spesso si reputa un intenditore d’arte, ma l’arte non fa parte del suo spirito.

Il “moralizzatore tipo” non conosce l’umiltà dei gesti e dell’anima, pretende e basta, senza dare.

Il “moralizzatore tipo” non ammete il beneficio del dubbio.

Il “moralizzatore tipo” è talmente incazzato con te perchè invidia la tua libertà, libertà che non ha mai avuto a causa della sua autocastrazione mentale, libertà preziosa che ti vuole negare poichè si sa: mal comune mezzo gaudio.

Gi antichi dicevano: la prima gallina che canta ha fatto luovo! Io, da bravo catechista, dico in maniera più colorita che: è inutile guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo vicino quando hai una trave infilata su per il culo! Prima o poi, dopo lunghissimi anni di isolamento nella steppa, arriverà il fatidico e lontano giorno in cui il moralizzatore si guarderà indietro e deciderà di recuperare il tempo perduto, perchè la repressione si tramuta in ossessione. Lo farà nel modo più infantile e maldestro possibile causando un infinità di danni e casini.

Uno dei tanti principi della meccanica afferma che: un corpo è tanto rigido quanto fragile. Credo che tale principio sia valido anche per gli esseri umani, il moralizzatore non è altro che un gigante dai piedi d’argilla, che prima o poi cadrà a terra provocando un tonfo assordante.

Di cosa si nutrono le donne?

aprile 8, 2008

Me lo chiedo spesso… e spesso, osservandole “mangiare” e cucinare, rimango sbalordito o forse è meglio dire shokkato! Credo che il rapporto donna-cibo sia ormai diventato una vera e propria piaga della nostra società, complice sicuramente la TV. E’ vero, noi maschietti spesso ci diamo un po’ troppo dentro, ma loro pur di mantenere la linea sarebbero disposte a mangiare scarti di falegnameria perchè: sono senza grassi aggiunti e hanno tante tante fibre!.

L’altro giorno sono andato a mangiare a casa di una mia amica. Busso:

– Ciao Vì! entra! ti sto preparando le patatine fritte oggi!

– mmmmhhh… che bello non vedo l’ora di assaggiarle!

Mi avvicino ai fornelli e quindi alla padella…

– Non essere impaziente, vatti a sedere sul divano! sono quasi pronte.

– Quasi pronte? a me sembrano un po’ pallide ancora… mettici un altro po’ d’olio d’oliva così friggono meglio e più in fretta!

– Ho già messo un goccio d’olio… lasciale stare!

Le patate stavano friggendo nell’acqua… l’olio non si vedeva nemmeno col cannocchiale.

– Ma… giusto un po’ d’olio per farle uscire belle dorate e croccanti!

– L’olio fa ingrassare!

– ma pork*** putt***! alza almeno un pochino la fiamma così magari le salviamo, non lo vedi quanto sono pallide, stanno sbiancando LE STIAMO PERDENDO!!!hai capito? PERDENDOOOOO!!!

Mi cominciarono a venire gli attacchi d’ansia e le crisi di panico! Cercavo di convincerla in tutti i modi tentando di trovare almeno un compromesso, ma ormai cominciava ad essere troppo tardi!

– Ma scusa, ragiona, perchè ti incazzi… siamo già a fine cottura… un goccio d’olio che alla fine sarà quasi crudo, per dare giusto un po’ di colore e sapore… eh? che ne dici? Non lo sai che l’olio d’oliva crudo fa bene? lo dicono tutti… è un vero toccasana!

– Vattene! quando cucini a casa tua fai quello che vuoi…ora mi devi lasciare solo stare!

Ormai stava accadendo l’irrecuperabile… stavano afflosciando e appassendo sotto ai miei occhi increduli… ero li e non potevo fare nulla per evitare lo scempio! Tentai in extremis il colpo di coda, presi furtivamente il pepe nero dallo stipo…

– Una bella spolverata di questo, aggiungerà un po’ di dignità a queste patate morenti… che moriranno comunque, ma almeno lo faranno da eroi, con dignità!

– Cosa fai!!! smettila sei impazzito!!! deficiente!!! non lo sai che il pepe nero fa malissimo ai reni? eh? ormai sono pronte, vatti a sedere a tavola!

Che dire… Sono d’accordo che il fritto faccia male, ma credo che per ogni cosa bisognerebbe usare la parola giusta! Quelle erano patate lesse e non fritte! Erano fatte in padella, questo è vero, ma cucinare in padella non significa friggere. Le assaggiai… non sapevano di niente!

– Dammi un po’ di sale… un po’ di sale almeno potevi mettercelo no?

– Ma sei scemo? non lo sai che il sale favorisce la ritenzione idrica… fa venire la cellulite sui fianchi! Inoltre… alza anche la pressione.

Mi scazzai a tal punto che presi il ketchup e lo svuotai quasi interamente stando attento a ricoprire tutta la superficie del mio piatto!

– Buon appetito e alla faccia tua!!!

Potrei elencarvene tantissimi episodi del genere: l’arrosto disidratato, i peperoni arrostiti sottolio rigorosamente senza olio, l’insalata senza olio, sale e aceto.

Come ogni storia che racconto esiste una morale. Le donne hanno un brutto rapporto con il cibo e con il loro corpo purtroppo, più che brutto sosterrei quasi terrificante. Si sentono perennemente grasse da fare schifo, quando questo non è vero. Per molte di loro essere degli scheletri significa essere belle e non so se lo fanno per fare delle competizioni di magrezza assoluta con altre donne invidiose che le fanno sentire in colpa, o se lo fanno per piacere a noi uomini. Se lo fanno per piacere a noi uomini allora non posso fare a meno di dare il mio parere da uomo condiviso da tanti altri. Essere in linea e cosa buona e giusta! Tutti noi dovremmo oscillare attorno al nostro peso forma (solo per le donne: il peso forma non è il peso della “tara”, ovvero delle nostre ossa!). Esistono donne di costituzione magrissime e sono BELLE, esistono donne magre e sono BELLE, esistono donne con un po’ di ciccietta sexy che incrementa la rotondità delle forme che tanto piacciono a noi uomini e sono BELLISSIME! Ma quelle ossessionate dal cibo, che tentano di dimagrire superando ogni limite umano, mangiando – solo quando è festa! – un’ insalatina scondita a pranzo e un cavolfiore bollito a cena mettetevelo bene in testa, datevi una regolata… la donna è bella quando e morbida!. Rischiate di diventare brutte,magre e SPIGOLOSE, con la testa sproporzionata rispetto al resto del corpo, dei pali vestiti da fare schifo e paura!. Se volete dimagrire, sappiate almeno farlo. A noi uomini piacciono le giuste curve, ma non i massicci rocciosi e montagnosi.

Fanculo all’ ANORESSIA dilagante!!! e scusate se mi incazzo!

Leggendaria BMX

aprile 7, 2008

Nessun oggetto, come la mia mitica BMX, rappresenta con così tanto orgoglio gran parte della mia infanzia.

La mia BMX era bellissima: rossa fiammante come una velocissima fuoriclasse, cerchi lucidi argentati 20 pollici di diametro, copertoni bianchissimi, sellino più scomodo del mondo ad alto rischio emorroidi – di plastica durissima forata, grandi manopole a scacchi bianchi e neri e manicotti in spugna e plastica bianchi con la scritta blu “BiMX” affiancata da 3 quadratini colorati sovrapposti di colore rosso giallo e blu.

Oltre ai miei piedi, era l’unico mezzo di locomozione che, a quei tempi, riassumeva tutta la mia voglia di libertà e avventura.

I primi giorni li dedicai tutti a testare la velocità della mia fuoriclasse. Pedalavo fino al massimo possibile, raggiungendo una velocità tale che ogni pedalata in più diventava a vuoto. Superavo i giovani e le coppiette che passeggiavano tranquillamente sulle loro campagnole. Ad ogni sorpasso, mi giravo per guardare indietro il distacco e gridavo orgogliosamente: “Che questa è una venti! è una venti hai capito!”. Mi riferivo al diametro di 20 pollici del cerchione.

Così bella, veloce, spartana e indistruttibile… ci andavo dappertutto: strade asfaltate, strade sterrate, strade annacquate e infangate, strade sabbiose quasi “spiaggiose” diciamo – attraversando caseggiati, pinete isolate, campagne e cantieri edili.

Superai diverse insidie e sfiorai numerose disgrazie a cavallo della mia bici.

Non sapevo che in strada esistessero i sensi di marcia, lo capii solo quando viaggiando contromano fui investito da una vespa nera in corsa. Caddi a terra, per fortuna con solo qualche graffio e il cerchione davanti piegato in due ormai inutilizzabile. Lo stronzo alla guida non si degnò neanche di chiedermi se stavo bene oppure no, ma si limitò solo a scappare via di corsa.

Dovevo stare attento ai cani rabbiosi che ti inseguivano e a Toniuzzo che abitava nella mia stessa via due case più avanti. Toniuzzo, a dispetto del suo nome vezzeggiativo, era un energumeno impressionante, scuro di carnagione, alto più di un metro e novanta che camminava con la panza di fuori e con passo lentissimo e barcollante. Toniuzzo quando mi vedeva passare, rideva con la sua voce da orco in maniera sincopata e diceva: “Aaaah!… Aaaah!… Aaaaaaaaaah… Vieni qua! Fammi vedere sta bici!”. Bisognava ubbidirgli, non si sa mai con tipi del genere. “Bella sta bici!” diceva Toniuzzo e con forza l’afferrava dal tubo orizzontare e la sollevava ad un metro e mezzo di altazza con me in sella. Aveva una forza bruta spaventosa, meglio non farla incazzare quella belva. Ti guardava fisso negli occhi sostenendo che quella bici era sua e che gliela dovevo restituire. Era difficile contraddirlo, ma lo imploravo umilmente di lasciarmi perdere, che quella bici era mia ed appena mi poggiava a terra , in un attimo, scappavo a più non posso.

Si cercava di superare il record della sgommata più lunga sull’asfalto sabbioso, più si diventava bravi a sgommare e più si poteva attirare l’attenzione di qualche ragazzina. Tentando di superare quel record scoprii che frenando ad alta velocità col freno anteriore era possibile ribaltarsi e rotolare ininterrottamente sull’asfalto.

Inoltre, una volta per fare lo splendido, cercai di superare i miei limiti. In mezzo alla strada c’era una voragine abbastanza profonda, dove stavano riparando dei tubi, con a fianco una invitante montagna di terra e sabbia. Come rinunciare ad un trampolino del genere?. Presi coraggiosamente la rincorsa, per fare il salto della morte e superare la grande voragine… la terra non era compatta, troppo fresca, troppo umida… caddi dentro, rotolando vergognosamente.

Un’altra volta invece, sempre per fare lo splendido splendente, caddi dentro una canaletta di scolo dell’acqua profonda circa un metro… mi faci molto male.

Ogni giorno dovevo confrontarmi con il mio amico-rivale dirimpettaio. Anche lui aveva una BMX. La mia era della Bianchi e la sua era dell’Atala: cattivissima e nerissima con i manicotti gialli in gomma sottile che portavano la scritta rossa “BiciMX“. Cazzo! egli sosteneva che la sua bici era una BMX originale, mentre la mia no… era una pietosa imitazione. Questo fatto mi faceva molto incazzare, non poteva discreditare la mia rossa fuoriclasse. Diceva: “Vedi… osserva! La mia è originale c’è scritto BiciMX è una vera Bici BMX, mentre sulla tua c’è scritto BiMX ed è una squallida imitazione della mia“. Passavamo interi pomeriggi d’estate a discutere litigando per avvalorare le nostre tesi sull’originalità dei nostri mezzi. Personalizzavamo le nostre bici con interventi più o meno fantasiosi: applicavamo con una molletta alla forcella una vecchia carta da gioco napoletana in modo da “riprodurre” il rumore di una moto durante la corsa, arrotolavamo cavi elettrici colorati attorno ai raggi per renderla più bella, applicavamo ai raggi i cilindretti colorati e numerati che si trovano sulle grucce dei vestiti per indicare la taglia, attacavamo adesivi sul tubo orizzontale ed infine giunse il giorno in cui arrivammo a montare lo specchietto retrovisore sul manubrio-che rappresentava il top dei top-la vera svolta di classe!.Lo specchietto retrovisore era un super lusso, non se lo potevano permettere tutti, costava all’incirca dodicimila lire! Potevi anche svendere tutta la tua collezione di figurine, ma non riuscivi assolutamente ad acquistarlo. Mio padre me lo portò da Crotone… bellissimo, con il retro in plastica bianca ed il bordo in plastica blu!. Quello del mio vicino era invece nero minaccioso come la sua bici.

La BMX, del mio vicino aveva un cavalletto molto ma molto inclinato, che sfidava le leggi della fisica, al limite della stabilià, capace di far fluttuare la bici al minimo soffio di vento. Una sera egli la parcheggiò sul selciato di casa mia e si allontanò un attimo per pochi metri e, mentre mi trovai a passare di fianco alla sua BMX, senza sfiorarla minimamente neanche con un capello, cadde a terra purtroppo!. Lo specchietto si frantumò in mille pezzi, e vicino a quei pezzi disgraziatamente c’ero io. Porca putt*** tro**!!!, benchè fossi innocente, fu difficile dimostrare la mia innocenza!. Non mi parlò più per un periodo lunghissimo, mi guardava in cagnesco ogni volta che passavo. Alla fine, per il quieto vivere, divorato ormai da finti sensi di colpa, gli cedetti a malincuore il mio tanto venerato specchietto retrovisore!

Quando diventammo un pò grandicelli per le nostre piccole BMX, dopo aver superato tutte le nostre rivalità, il mio vicino ebbe la brillante idea di costrute un tandem. Come?: smontando la forcella della mia bici, saldando il tubo di sterzo della mia bici sul sellino dell’altra e rompendo le due catene al fine di crearne una gigante. Il tandem funzionò alla grande, era uno spasso, una vera e propria rarità! Non si sa ancora perchè, ma il padre del mio vicino un giorno ebbe la genialata di buttare via tutto nella spazzatura a nostra insaputa! MMahhh!, che stronzo!… e fu così che arrivò la fine della mia BMX.

Quando ci trasferimmo a Como con tutta la famiglia, mio padre mi comprò una comodissima innovativa mountainbike, con 21 marce, troppo comoda e tecnologica con la quale era possibile finalmente pedalare anche in salita. Qualche bambino sosteneva che fosse nata anche la “marenbike” una bici ancora più innovativa con la quale era possibile pedalare sul bagnasciuga della spiaggia. Io a distanza di circa sedici anni quella bici non l’ho ancora vista.

La mia nuova mountainbike poteva avere tutto, ma non era la mia BMX!.

Dopo moltissimi anni le mie sorelle mi hanno confessato che: poichè da bimbo ero molto suscettibile e geloso della mia bici, mentre io non c’ero, hanno permesso, dopo continue implorazioni, ad un bambino mio vicino di casa senza bici di fare un giro sulla mia. Il bimbo in custume da bagno fu preso in braccio e fu posizionato sul sedile bucherellato. Non si sa come, non si sa il perchè, ma quel bimbo, appena si sedette sul mio sellino ebbe un attacco di diarrea incontenibile. Tutto lo schifo grondò sul telaio infiltrandosi anche dai piccoli fori del sellino che finirono per tapparsi. Passarono un pomeriggio intero a pulirla con acqua e varichina e al ritorno dalla spiaggia per fortuna non mi accorsi di niente.

Perle di saggezza by Vins – random

aprile 7, 2008

1) Talebano talefiglio!

2) L’abito non lo fa il monaco, lo fa il sarto.

3) Il riso abbonda sulla bocca dei cinesi.

4) Se costa tanta fatica, allora lascia stare, non ne vale proprio la pena.

5) Sesso, Blues e Pasta al forno.

6) dom: Ma per te esiste l’amicizia tra uomo e donna?

risp: Ti sbagli, ma è quella tra donna e donna che non esiste!

7) Dio li fa e poi li sdoppia.

8.) Scegliere sempre un pub o un ristorante con cuochi e camerieri belli in carne… loro conoscono la giusta dimensione delle porzioni da servire.

9) Più figo e alla moda è un pub o un ristorante e più le porzioni assomiglieranno a cacchette di uccello solitarie guarnite con erbetta in un piatto infinitamente grande.

10) I panini che servono alle fiere di paese sono i più buoni, qual è il segreto di così tanta bontà?:

ingredienti grezzi alla piastra, tanto olio, tanta polvere, tanto sudore levato dalla fronte con una passata di mano e il coltello usato per affettare il pane tenuto sotto l’ascella calda – del cuoco in canottiera – quando ambedue le mani sono impegnate.

11) Le donne a passeggio con il cagnolino simil-topo rabbioso al guinzaglio sono le più odiose e antipatiche!

12) Quelle con la ruga-solco in mezzo alle sopracciglia lo sono ancora di più, di gran lunga più stronze!

13) Se fuma, probabilmente ci sta!

14) Se fuma e ha il tatuaggio è zoccola!

15) Se fuma, ha il tatuaggio sul sedere e il piercing sulla lingua o nelle parti intime… allora lo fa proprio per mestiere.

16) Più rozzo, deficiente ed ignorante è il ragazzo e più bella, graziosa e gentile sarà la sua ragazza.

17) Alle donne piacciono le storie d’amore difficili se non addirittura impossibili.

18) Gli uomini non ricordano nessuna data importante, le donne purtroppo sì e sono capaci di litigare e tenere il broncio giornate intere per una dimenticanza.

19) San Valentino la festa dei fiorai e dei pasticcieri.

20) 8 marzo, seconda festa dei fiorai.

21) 2 novembre, giorno dei morti, terza festa dei fiorai.

22) Halloween l’hanno importato in italia i fruttivendoli con l’aiuto dei pasticcieri allo scopo di competere con i fiorai.

23) Se viaggi d’estate non ti riposi, torni più stanco di prima.

24) Se vai in vacanza con la tua ragazza litighi come non hai mai litigato prima.

25) Se vai in vacanza con la tua ragazza, ricordati di non guardare i culi delle altre nemmeno con la coda dell’occhio… lei ti osserva sempre.

26) Quando devi studiare, anche una televendita di cacciaviti o panni per la polvere ti sembra interessante.

27) Se studi e non hai capito proprio un cazzo di una parte del programma, significa che quella parte è importantissima!

28) L’ultima parte del corso spiegata male, in fretta e furia dal docente, sarà il fulcro su cui si baserà l’esame orale.

29) I secchioni e leccaculo sono seduti sempre alla prima fila di banchi ed annuiscono con la testa mentre il prof. spiega.

30) I secchioni e leccaculo sono capaci di venire anche un’ora prima a lezione per accaparrarsi i primi posti e mettersi in bella vista – anche usando dei foglietti con su scritto “occupato”.

31) Quando chiederai ad un secchione leccaculo: Ma per forza in prima fila devi sederti? lui risponderà:lo faccio per necessità, altrimenti non ci sento ed inoltre… non ci vedo bene e non riesco a copiare ciò che è scritto sulla lavagna.

32) Il secchione fa sempre domande del tipo: ma perchè abbiamo sostituito x al posto di… quando potevamo usare la legge di…e calcolare il coefficiente a…? …non sarebbe stato meglio scrivere l’espressione così anziche cosà…?

33) Lo studente medio fa sempre domande del tipo: può ripetere per favore? ed il prof:cosa non hai capito esattamente? e lo studente prontamente risponde: eeh… l’ultima parte…

34) L’assistente è più stronzo del professore.

35) L’assistente che ascolta muto e senza alcun espressione facciale, al fianco del professore durante il tuo esame orale che ormai sta volgendo al termine quasi liscio come l’olio… ti farà l’ultima domanda prima di andare… quella domanda che sovvertirà le sorti dell’esame.

36) I professori degli altri dipartimenti sono i più bastardi.

37) Le donne con la smart, la ka, la micra o il maggiolino sono tutte bone. Sarà perchè si aggiustano meglio? boh chi lo sa.

38) Donne al volante, pericolo volante!

39) Le donne si nutrono prevalentemente di aria, acqua e a volte barrette. Quando sono a dieta non mangiano.

40) Le donne sono tutte stitiche perchè non ruttano e scorreggiano come noi uomini.

41) La coca cola sgrassa.

42) In campeggio la biancheria intima dura di più, soprattutto se è di colore nero.

43) Meglio un uovo oggi e il colesterolo domani.

44) Se lo sapessi te lo dicessi.

45) Lascia perdere le donne con la voce a citofono.

46) La Gibson non è una chitarra, ma una scelta di vita.

47) Male che vada c’è sempre la pentatonica.

to be continued!

Meglio una sega lenta o una sega veloce?

aprile 5, 2008

Era una calda sera di Agosto, io ero come al solito sulla spiaggia a non fare un cazzo, guardavo il mare e basta. Ad un certo punto incontro un mio amico, Michele, che non vedevo da circa un anno.
– Ciao Michè com’è?

– Tutto a posto!

– St’anno ci siamo presi una barca proprio come la tua così passo un po’ di tempo a pescare… e tu pesca niente?

– Si, come no!, sto andando con la barca di Gennarino. L’altra volta abbiamo buttato in mare 6Km di “conzu” (lunga lenza resistente piena di ami con sarde, particolarmente adatta per la pesca al pesce spada) e abbiamo preso un quintale e mezzo di pesci!!!


– Minchia!, un quintale e mezzo!

– Pisci cchiù longhi i nu metro!, chiri ti mancianu puri a ttia!, ah cazzu!

La discussione continuava, si parlava un po’ di tutto: di pesci spada, pescecani, squali, barracuda, polipi, molluschi, sauri, dinosauri ecc.

– Vincè, ma tu studi ingegneria?

– Si…

– Ingegneria meccanica vero?

Si, ma non credere che io aggiusti macchine, l’ultima volta che ho smontato la moto con “Iozzo” per pulire il carburatore lo cercavo sotto il manubrio e non lo trovavo e quando ho rimontato tutto mi avanzavano pure un sacco di pezzi.

Nell’immaginario comune, non so perchè, ma l’ing. meccanico aggiusta le macchine e sa tutto sugli autoveicoli e non solo, molti ritengono che debba sapere tutto di tutto. Spesso quando capita di non saper rispondere, non solo su argomenti riguardanti la meccanica, ma anche su argomenti che vanno dalla botanica all’astrologia, si viene snobbati con frasi del tipo:”Ma come? …un ing. meccanico come te le dovrebbe sapere queste cose”. Non hanno capito che il tempo medio di un ing. per svitare e rimontare una lampadina è di 5 anni+2 fuori corso.

– Figuriamoci!, se avessi inteso di automobili quella volta che lavammo le macchine assieme non avresti usato con forza la spugna abrasiva per togliere la resina dalla macchina nuova di tuo padre su tutta la carrozzeria, facendogli così cambiare colore da grigio metallizzato a grigio pastello… ah ah ah!

Michele ha una ditta che lavora l’alluminio e fa consegne anche all’estero.

– Vincè ma secondo te è meglio una sega lenta o una sega veloce?


– Come…?, in che senso…, ma che minchia dici?

– Oltre all’alluminio, in fabbrica, mi è capitato di tagliare il legno e mi hanno detto di aumentare la velocità della sega… è vero?, con il legno la sega la devo mandare più veloce?

Tra me e me dicevo: ”e che cazzo ne so io?, ma guarda tu che razza di domande!”. Ora, quando una persona “qualsiasi” fa una domanda ad un ing. o “apprendista ing.”si aspetta una risposta sicura e sono del parere che se anche non si ha la più pallida idea su cosa rispondere, bisogna comunque dare una risposta anche infondata, ma che abbia l’impressione di essere frutto di tanta saggezza accumulata in tutti gli anni di studio, altrimenti si rischia di essere snobbati e considerati come una persona che non capisce un cazzo di niente!.


Mi toccava rispondere, e con l’arte della mia misera retorica tentavo di iventare cercando un appiglio nei vaghi ricordi di “Comportamento meccanico dei materiali”,”Tecnologie generali dei materilai”, “Elementi Costruttivi delle Macchine” e chi più ne ha più ne metta!.

– Beh… mmmmaaaaa! (cercavo di prendere un po’ di tempo)…sai…il legno è differente dall’alluminio…L’alluminio è un materiale isotropo ed omogeneo, quindi quando si innesca il difetto con la sega basta poca velocità affinché il difetto, che da stabile passa ad instabile, si propaghi lungo tutta la linea di taglio. Il legno essendo un materiale fibroso e quindi non isotropo e non omogeneo, presenta al suo interno delle discontinuità dovute alla natura stessa delle fibre, tali discontinuità non permettono al difetto di propagarsi al suo interno con facilità. Nel caso del legno quindi, anche se più leggero, serve una velocità maggiore affinché le fibre si strappino sotto l’azione della sega.
(Non sapevo nemmeno io cosa stessi dicendo in quei 30 sec, ma lui mi guardava con lo sguardo attonito come per dire:”Ma quante ne sa… però!”)

Con la mia puttanata, in poche parole l’ho fatto tornare a casa soddisfatto e in compenso mi sono salvato la faccia.
Morale della storia: rispondere comunque, non importa se un domani salterà in aria una fabbrica di infissi, di tombini o di patatine. Nel caso dovesse accadere, possiamo sempre inventarci un’altra risposta come: ”Noi abbiamo sempre studiato le cose dal punto di vista ideale, nella realtà ci sono così tanti fattori che viene impossibile gestirli”. Oppure possiamo sempre dare la colpa all’altro!.